DIMISSIONI RSU IN ATM
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DIMISSIONI
RSU IN ATM
GRAVE
OFFESA AI LAVORATORI E A USB
In un documento datato 14 dicembre scorso 4 delle 5 RSU elette in ATM
nella lista presentata da USB hanno presentato le dimissioni dal
proprio incarico. Ciò rappresenta una grave offesa sia nella
sostanza che nel metodo.
Nella sostanza perché offende la fiducia espressa dai
lavoratori, sia nei loro confronti che nei confronti della O.S. nella
cui lista si sono candidati in regolari elezioni. Ricordiamo che
soltanto il ricorso al tribunale di Alessandria ha sbloccato le
elezioni RSU in ATM dal sabotaggio aziendale e dei suoi sindacati
complici. Se oggi queste segreterie sono fuori dalle RSU è soltanto
per la loro mancanza di volontà in quanto hanno preferito la loro
designazione nominale anziché sottoporsi al giudizio e al voto dei
lavoratori, tentando fino all’ultimo di fare fallire le elezioni
facendo mancare il quorum.
Nel merito perché le RSU dimissionarie non hanno
sentito neppure il bisogno di una discussione interna alla
organizzazione sindacale a cui appartenevano, USB, per esprimere le
proprie incapacità e difficoltà. Infatti USB è venuta a sapere
della scelta delle dimissioni a fatto compiuto sei giorni dopo la
loro formalizzazione, e nel documento di dimissioni è citata come
ottava ed ultima destinataria delle dimissioni, a conferma del
sentirsi corpo estraneo all’organizzazione dalla quale hanno
rifiutato strumenti ed esperienza per affrontare una situazione che,
purtroppo, sono chiamate ad affrontare la stragrande maggioranza
delle RSU/RSA USB in tante altre realtà di lavoro.
Ai dimissionari sarà sicuramente sfuggito quanto sta accadendo nel
trasporto pubblico nelle altre regioni, come la Toscana, la Calabria,
la Campania dove nonostante le enormi difficoltà, come stipendi non
corrisposti, le RSU/RSA USB lottano quotidianamente contro le scelte
complici delle altre OO.SS. che continuano a pianificare con le
controparti datoriali pesanti provvedimenti ai danni dei lavoratori
tutti.
La scelta delle dimissioni è stata una coltellata alla schiena ai
lavoratori e a USB favorita, probabilmente, da lusinghe ed
avvicinamenti da parte delle altre organizzazioni sindacali; un dato
che conferma, purtroppo per loro, un proprio “prezzo”.
L’unità sindacale che auspicano i dimissionari è
quella di accodarsi alle organizzazioni che hanno sottoscritto gli
accordi nazionali del 28 giugno 2011 e del 16 novembre 2012. Le
stesse OO.SS. che hanno scelto di fare pagare la crisi ai lavoratori
sottoscrivendo la deroga ai contratti nazionali e alle leggi dello
stato con il demansionamento (inquadramento e trattamento ad un
livello inferiore a quello di assunzione) e la videosorveglianza dei
lavoratori (violazione art. 4 della Legge 300/70).
La scelta di tradire la fiducia riposta in loro dai lavoratori ATM e
da USB, colloca le RSU dimissionarie fuori dal progetto di sindacato
vero e alternativo chiarendo a tutti che in futuro potranno soltanto
essere espressione dei sindacati complici dei padroni.
Come in ATM tutti i lavoratori, soprattutto ora, hanno bisogno
di un sindacato che con la lotta impedisca di fare pagare a loro la
crisi provocata dalla speculazione finanziaria, da bilanci truccati e
da allegre spese delle amministrazioni pubbliche.
LA
SVENDITA DEI DIRITTI E DELLA DIGNITÀ DEI LAVORATORI SONO IL PREZZO
DELLA CRISI CHE VOGLIONO IMPORCI
È
FERMO L’IMPEGNO DI USB A FIANCO DEI LAVORATORI NELL’IMPEDIRE AI
PADRONI ED AI LORO SINDACATI COMPLICI CHE CIÒ AVVENGA
Alessandria
24 dicembre 2012
IL
RESPONSABILE PROVINCIALE
USB
LAVORO PRIVATO TORINO
(LEONARDO
LOCCI)
339-7842580
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