ATM ..... una analisi lucida e impietosa.

ATM......... Autisti Trasporti Mancano .........




Si riporta qui un intervento del consigliere comunale  Roberto Massaro.

ATM (Autisti Trasporti Mancano oppure …)
Posted on 15 settembre 2012
Qui Alessandria ● Roberto Massaro

L’audizione, avvenuta nei giorni scorsi,  del presidente e del direttore dell’ATM di fronte alla Commissione Sviluppo del Territorio del Comune di Alessandria ha delineato uno scenario a dir poco sconfortante.

L’esposizione dell’attuale managment (ovviamente di nomina politica da parte della giunta Fabbio) ha permesso di fotografare una situazione che evidenzia criticità strutturali rilevanti.

Ad oggi, il socio di maggioranza (il Comune di Alessandria) ha un debito nei confronti dell’ ATM di oltre  20 milioni di Euro.

Si noti che nel quinquennio 2007/2012 (amministrazione Fabbio) questo debito è cresciuto progressivamente passando dai 7 agli attuali 20 milioni.

Questa è stata  l’unica linea di difesa che la dirigenza ATM ha adottato durante l’audizione di fronte all’incalzare delle domande.

Invece, un’analisi approfondita dei documenti, evidenzia anche  gravi lacune nella gestione ordinaria dell’ ente. Vediamo alcuni dati esemplificativi.

L’organico di ATM è aumentato nel cinque anni scorsi passando da 209 dipendenti  agli attuali 231 (con punte nel 2010 di 241); un incremento medio di oltre il 10% concentrato soprattutto nel personale impiegatizio e negli ausiliari del traffico. Qualcuno è in grado di dimostrare, numeri alla mano, l’assoluta necessità di queste assunzioni?

O, rischiando di far peccato,  è lecito pensare male?

Oggi ATM denuncia un deficit nell’organico degli autisti di 16/17 unità. Ma se “la mission” di ATM  è il trasporto pubblico non sarebbe stato meglio rinforzare l’organico del personale viaggiante anziché concentrarsi su quello che occupa stabilmente le scrivanie?

E’ il personale viaggiante, a mio parere, il punto di forza di ATM.

Quotidianamente è chiamato a garantire la puntualità e la sicurezza del servizio utilizzando, tra l’altro, mezzi obsoleti o inadeguati; è il primo interfaccia dell’azienda nei confronti dei viaggiatori e, non di rado, deve  sottoporsi a turni aggiuntivi di lavoro per sopperire alla mancanza di personale. Di più a questo settore, non si può chiedere.

Si noti  inoltre che, nonostante l’incremento del personale impiegatizio, peraltro assunto senza  concorso, il servizio di preparazione delle buste paghe, ad esempio, è affidato ad esterni con conseguenti ulteriori costi per l’azienda. Tutto normale?

Un altro dato preoccupante, rintracciabile sul sito di ATM alla voce “TRASPARENZA”, evidenzia un assenteismo medio assolutamente inaccettabile in ogni altra azienda di pari dimensioni.

Poiché le malattie croniche, gli infortuni e (per fortuna) anche le gravidanze sono statisticamente diffuse in maniera omogenea tra chi lavora, come è possibile che ATM abbia un tasso medio di assenteismo del 12%, con punte superiori al 20%, in alcuni settori?

In un’ azienda privata un elevato tasso di assenteismo, non giustificato da eventi straordinari, è molte volte la spia di un decadimento del clima aziendale causato da una scarsa  ed inefficace gestione del personale. E qui le responsabilità sono da ascrivere solo all’attuale dirigenza.

Dall’analisi della Carta della qualità dei servizi ATM spa (anch’essa ritracciabile sul sito) emerge, inoltre, un trend significativamente negativo nel quadriennio 2007/2011 circa l’indice di soddisfazione dei clienti soprattutto riguardo ai capitoli servizio e sicurezza.

Se a questa condizione si aggiunge l’impossibilità per ATM di avere il certificato DURC (documento che attesta la regolarità contributiva ai fini previdenziali), causa i mancati versamenti e la reiterata difficoltà nell’erogazione degli stipendi, si capisce che la “faccenda” è alquanto grave.

Nessuno può oggettivamente negare che il debito del Comune incida non poco sullo stato di ATM. Anzi. Ma dobbiamo altrettanto oggettivamente osservare che è mancata all’attuale dirigenza un benché minimo segnale di dinamismo  e di prospettiva nella gestione delle risorse.

Non a caso, di fronte alla necessità di avviare una politica di contenimento dei costi, il presidente ed il direttore di ATM  hanno riproposto la solita ricetta : “Se volete che si risparmi, noi tagliamo le corse”. Troppo poco, troppo scontato.

Ci sarebbe molto altro da fare ma sarebbero necessari altri manager con profili professionali adeguati. Verrebbe da dire: se si vuol “cambiare  musica” bisogna cambiare i suonatori e non ridurre gli strumenti!

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