CONGRESSO USB 2022 : QUALE SINDACATO?

 

                   USB UNIONE SINDACALE DI BASE

                                                           via Parnisetti 17 15121 Alessandria

 

 

 QUALE SINDACATO? ALCUNE RIFLESSIONI.....

 

 

 

 Lo scoppio della guerra in Ucraina non è un evento accidentale, bensì l’ultimo atto di una chiara strategia di espansione e controllo territoriale nell’ambito della competizione mondiale tra poli imperialistici. La ridefinizione del nuovo ordine mondiale utilizza la guerra come strumento di definizione delle controversie internazionali ed è possibile che avremo altri episodi analoghi. L’UE appare in balìa degli USA che la utilizzano contro la Russia, spingendola alla guerra e devastandone l’assetto economico, attraverso la crisi energetica, di fatto ne fa una colonia. L’opposizione alla guerra deve essere anche opposizione al nuovo ordine mondiale e alla dipendenza dagli USA che attraverso la Nato impone le proprie politiche guerrafondaie, la cui caratteristica è la guerra per procura, fatta e pagata dagli altri.

La gestione politica della pandemia ha già devastato il sistema sociale ed economico, avviando un vero e proprio processo di destrutturazione del tessuto produttivo e relazionale. La guerra apre un’ulteriore fase di criticità economica e sociale che produrrà inevitabili guasti e sofferenze. A questi due eventi il governo risponde con le proclamazioni di continui stati di emergenza, inviando il messaggio per cui l’emergenzialità diventa la nuova forma di governo sociale ed economico. Lo stato di emergenza consente la disarticolazione dello stato di diritto e del modello di democrazia parlamentare, introduce la possibilità di legislazione emergenziale e copre il percorso delle riforme strutturali che il governo sta realizzando nel paese in nome del PNRR. Una sospensione della democrazia parlamentare di fatto e presumibilmente sine die. L’annunciata economia di guerra consentirà di avviare la redistribuzione della ricchezza in funzione del riarmo militare, la riduzione dei diritti e dei servizi sociali, la selezione darwiniana delle imprese con licenziamenti a catena e la privatizzazione di quanto ancora di pubblico rimane nel paese. Tutto questo era già nel progetto del governo Draghi, oggi subisce una ulteriore accelerazione per imporre una passività sociale che non riesce a realizzare , prima con la pandemia, ora con la narrazione della guerra, grazie alle iniziative di lotta nel sociale e nei posti di lavoro.
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CONDIZIONI SOCIALI DI VITA DEI PENSIONATI / ANZIANI :
Le nostre condizioni di vita sono da tempo in progressivo arretramento, sempre più precario, sia sul piano economico che su quello sociale dell’esercizio dei diritti attraverso l’utilizzo dei servizi pubblici. Le nostre pensioni sono sempre sotto attacco, sia in termini reali diretti che in termini indiretti. La preannunciata riforma delle pensioni costruisce un sistema previdenziale sempre più permeato di fondi pensioni integrativi. Le pensioni attuali riproducono le contradizioni del modo del lavoro, così abbiamo assegni pensionistici sempre più ridotti con il calcolo contributivo, pensioni minime sulle quali non si interviene e il gap di genere che emargina ulteriormente le donne. La perequazione è un processo inadeguato mentre la tassazione delle pensioni è superiore all’equivalente reddito da lavoro. Gli aumenti di prezzi e tariffe fanno il resto rendendo indispensabile orientare la nostra iniziativa su quella che possiamo definire come pensione indiretta alla stregua del salario indiretto. Vale a dire la garanzia di servizi e prestazioni pubbliche con la possibilità di accesso senza ostacoli fisici ed economici che restituiscano reddito e ricchezza sociali.
LINEE DI INTERVENTO :
Il modello sociale neoliberista che ci viene imposto è la causa primaria della precarietà della nostra condizione sociale, ad esso contrapponiamo il nostro modello di società complementare e solidale capace di redistribuire ricchezza sotto forma di servizi pubblici e reddito dignitoso. Questo sarà possibile solo se a fianco della contrattazione del posto di lavoro apriamo la contrattazione sociale territoriale capace di ricomporre i settori sociali di riferimento intorno a piattaforme e strategie supportate da un piano organizzativo adeguato.
La lotta contro la guerra è un primo indispensabile obiettivo, ma va fatta tenendo conto delle cause reali che la provocano e smascherando i processi di ristrutturazione e riorganizzazione delle società capitalistiche, ormai governate dalla finanza internazionale che controlla le politiche dei governi. Colpire gli interessi economici e i progetti egemonici del capitale è una imprescindibile necessità.
La casa è il primo punto di resistenza sociale da cui ripartire per la riconquista degli spazi di vita nel territorio. Perché il diritto all’abitare è tale se la casa è nel cuore di una rete di servizi sociali territoriali capaci di garantire qualità della vita ed esercizio dei diritti universali. Il nostro rapporto con Asia è fondamentale perché nei quartieri popolari vivono anziani che subiscono la violenza di un sistema che li emargina e li segrega. Nelle periferie, intorno alla lotta per la casa si realizza lo scontro di classe in tutta la sua brutalità. Gli sfratti continui, le incursioni della speculazione che si esprime con gentrificazione e social housing di facciata frantumano il tessuto sociale e lo rendono preda del profitto. Le sedi Asia possono diventare luogo di aggregazione e di socializzazione in cui i soggetti escono dalle case e diventano tessuto sociale visibile sul territorio capace di circondare i luoghi di lavoro, rompendo la loro separatezza sociale.
La povertà è un dato strutturale del sistema e si annida nelle periferie delle città e nella periferia del paese che è il sud. Il federalismo differenziato è concepito per creare una frattura nel paese, consentendo ad una parte di esso, dopo essersi appropriato della ricchezza sociale, di competere nel mercato europeo. La povertà, che è causata dalla mancanza di lavoro e di reddito, non ha bisogno di beneficienza ma di diritti che restituiscano la dignità sociale. La svolta sempre più autoritaria nel governo del paese, la crisi economica occultata, le nuove spese militari e la sudditanza alle regole di bilancio della UE, non solo non concedono spazio alla rimozione delle cause della povertà, ma spingono all’indigenza fasce crescenti del ceto medio. L’aumento della povertà è progettuale. Le diseguaglianze sociali prodotte, oltre ad avere una ragione economica, frantumano il tessuto sociale, impedendo qualsiasi forma di opposizione al disastro. Il carovita, frutto da una parte degli eventi bellici, ma dall’altra da speculazioni delle multinazionali
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dell’energia, degli approvvigionamenti e dalla politica di asservimento dei paesi europei da parte degli USA. Il carovita, che precede la riduzione dell’acquisto di beni dovuti alla nuova povertà, ha una funzione pedagogica con i razionamenti previsti, abituarsi all’economia di guerra che non finirà con la guerra guerreggiata. Una campagna nazionale contro il carovita è una battaglia contro povertà e disuguaglianze.
Lo stato disastroso e disastrato del sistema sanitario pubblico è la causa primaria del disastro della pandemia e del numero dei decessi. Nonostante quanto è successo, non c’è nessuna intenzione di investire nel sistema sanitario pubblico, aprendo le porte alla speculazione privata. C’è una scelta strategica di fondo che è quella della medicina e della salute personalizzate, un modello di gestione delle cure che si basa su una prevenzione di tipo eugenetico con l’acquisizione di dati genetici dei singoli soggetti in mano alle multinazionali del farmaco e dell’informatica. Questo consente di non investire più in strutture sanitarie, ma di allargare l’ambito del business alla cura delle persone sane. La cronicizzazione delle malattie degenerative legate all’invecchiamento apre invece un altro ambito che è quello dei farmaci generici fuori brevetto e fuori qualità. Riportare il SSN alla sua funzione originale ridandogli funzionalità, centralità ed efficienza è un punto imprescindibile. La nostra proposta di Piano Sanitario e Socio Assistenziale dell’anziano va in quella direzione.
Le pensioni sono costantemente sotto attacco e il sistema previdenziale pubblico è un forziere che fa gola a privati e governi. Le riforma in produzione nega il diritto alla pensione ai giovani, lascia nella miseria le pensioni minime, riduce con il calcolo contributivo le nuove pensioni. Il passaggio dal calcolo retributivo a quello contributivo non è solo una questione economica, ma modifica il patto di solidarietà che sta alla base del sistema previdenziale pubblico. Da diritto costituzionale, la pensione diventa responsabilità e opportunità individuali. Con la nostra proposta di detassazione delle pensioni in atto e il reinvestimento nel sistema previdenziale dei risparmi così ottenuti è un nuovo patto generazionale in cui coloro che hanno già una pensione si mobilitano per garantirla a chi non la avrà mai .
La questione ambientale non è relegabile solo al surriscaldamento della terra, ma è la mobilitazione giusta per mettere in discussione il modello di sviluppo attuale impedendo che diventi da una parte fonte di profitto e dall’altra copertura ideologica per un profondo processo di ristrutturazione produttiva. Senza poi contare che il disastro ambientale, in tutte le sue espressioni, generato dal profitto mette a rischio e in pericolo le nostre stesse vite. Non è l’ambientalismo di facciata che serve, ma il presidio permanente dei territori contrastando le speculazioni.
Opporsi a tutto ciò sarà possibile solo se nell’ambito della Federazione del Sociale usciamo dalla nostra condizione di categoria sindacale ed entriamo in un ambito di iniziative comuni con tutte le componenti della stessa. Siamo in grado di farlo ?

In questi anni, dal congresso del 2017 abbiamo cominciato a dare una struttura organizzativa sul piano territoriale ai pensionati. È un percorso ancora in atto ma sta dando buoni risultati. Abbiamo costruito l’intervento sulle pensioni con la detassazione e la partecipazione ai tavoli tecnici del passato governo dove abbiamo illustrato la nostra idea del futuro del sistema previdenziale. Siamo intervenuti sul disastro sanitario, proponendo il progetto di un’area sanitaria dedicata agli anziani e l’approvvigionamento dei farmaci. Ci siamo mobilitati per l’istituzione del garante dei diritti dell’anziano a tutti i livelli territoriali. Abbiamo partecipato alle iniziative confederali e a volte di comparto, dando il nostro sostegno alle lotte. Ora siamo pronti, dobbiamo esserlo, per una nuova stagione di lotte nell’ambito della Federazione del Sociale.

30/03/2022 ESECUTIVO NAZIONALE

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